

L’editoriale
#4 16 settembre 2025
#4
16 settembre 2025
Sicurezza delle cure dei bambini:
un Percorso Nascita che integra assistenza, tecnologia, formazione, umanizzazione e innovazione
La Giornata nazionale per la Sicurezza delle Cure e della Persona assistita, che si celebra in concomitanza con la Giornata mondiale della Sicurezza dei pazienti, è un appuntamento che richiama l’attenzione dell’intera comunità, delle istituzioni e di ogni singolo professionista della salute su un principio che rappresenta la base di ogni sistema sanitario moderno: la sicurezza del paziente.
Quest’anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità dedica la giornata ai bambini dalla nascita fino ai 9 anni, sottolineando come la tutela della loro salute non possa ridursi a una buona pratica clinica, ma debba costituire una vera e propria cultura condivisa, capace di accompagnare ogni atto assistenziale, ogni percorso diagnostico e terapeutico, ogni gesto di cura.
Per l’Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino l’impegno per i più piccoli e per le loro famiglie assume un valore speciale: la sicurezza dei bambini si costruisce giorno dopo giorno grazie a percorsi strutturati e alla sinergia tra diverse unità operative. Dall’Ostetricia e Ginecologia, che accompagna la mamma nel momento più delicato della vita e garantisce parti sicuri grazie a protocolli aggiornati e all’utilizzo delle più moderne tecnologie, all’Unità operativa di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, che assicura assistenza qualificata anche ai neonati più fragili, fino alla Pediatria, punto di riferimento per l’intera provincia, impegnata nella diagnosi e nella cura di patologie acute e croniche in età evolutiva.
La nostra politica sanitaria aziendale pone al centro il paziente pediatrico e la sua famiglia, con percorsi assistenziali integrati che garantiscono continuità, appropriatezza e qualità. Dalla gravidanza al parto, dalla Terapia Intensiva Neonatale al follow-up del bambino pretermine, ogni fase è accompagnata da protocolli rigorosi, tecnologie avanzate e una formazione costante del personale. Ma il nostro impegno per la sicurezza e la salute del bambino inizia anche prima della nascita: l’Azienda Moscati vanta un Centro di Procreazione Medicalmente Assistita all’avanguardia, che offre alle coppie percorsi diagnostici e terapeutici personalizzati, con tecniche di fecondazione omologa ed eterologa, crioconservazione e consulenze multidisciplinari. Il centro è anche impegnato in progetti di oncofertilità e nella tutela del benessere riproduttivo, garantendo accesso equo e sicuro ai percorsi di genitorialità, anche per pazienti con fragilità cliniche o sociali.
Questo approccio globale, che si estrinseca nell’ambito del Dipartimento Materno Infantile e abbraccia la vita fin dal suo inizio biologico, rappresenta il cuore del nostro Percorso Nascita: un cammino che integra assistenza clinica, supporto psicologico, educazione sanitaria e innovazione, per costruire un futuro più sicuro e consapevole per ogni bambino e per ogni famiglia.
Il percorso della sicurezza riguarda la prevenzione delle complicanze, il monitoraggio costante dei parametri clinici, la presa in carico multidisciplinare, e, soprattutto, la formazione continua degli operatori. Si aggiungano procedure di farmacovigilanza, sistemi informatizzati per la gestione dei farmaci e protocolli di controllo delle infezioni ospedaliere, calibrati sulle esigenze pediatriche e neonatali. Il momento di relazione diventa fondamentale per garantire i protocolli di sicurezza fin qui invocati: ascolto dei genitori, informazione chiara e trasparente, sostegno emotivo alle famiglie che affrontano momenti di particolare vulnerabilità sono elementi imprescindibili nel contesto sanitario, nella consapevolezza che la fiducia dei cittadini nasce non solo dall’efficacia delle cure, ma anche dalla certezza che esse vengano erogate in un contesto sicuro. Per questo si è puntato su investimenti su personale qualificato, su tecnologie avanzate, su programmi di simulazione clinica che consentono agli operatori di esercitarsi su scenari critici senza alcun rischio per i piccoli pazienti.
Senza dimenticare l’aspetto emozionale: gli ambienti di cura, in particolare le sale parto e la Terapia Intensiva Neonatale, sono stati progettati per coniugare innovazione e comfort. Oltre a disporre di strumentazioni di ultima generazione per il monitoraggio e l’assistenza, questi spazi sono pensati per accogliere le famiglie in un clima sereno e rassicurante. Le pareti sono arricchite da gigantografie panoramiche che riproducono paesaggi naturali e ambienti rilassanti, contribuendo a ridurre lo stress e a favorire il benessere emotivo di mamme, papà e neonati.
Celebrare questa giornata significa, dunque, rinnovare un impegno che non conosce pause: garantire che ogni bambino, ogni madre, ogni famiglia che varca la soglia dell‘Azienda San Giuseppe Moscati possa trovare non soltanto cure appropriate e di alta qualità, ma soprattutto un ambiente protetto, attento e rispettoso. Un ambiente che guarda al domani, dove l’innovazione tecnologica si mette al servizio della fragilità, e dove ogni progresso è guidato da un unico obiettivo: proteggere la vita, fin dal suo primo respiro.
La sicurezza delle cure è un diritto fondamentale, che si fa più urgente e più prezioso quando riguarda i bambini, il futuro della nostra comunità. È a loro e alle loro famiglie che è rivolto l’impegno quotidiano di tutti gli operatori, per proteggere i più piccoli e contribuire a costruire una sanità e una società migliori.
Germano Perito
Direttore Generale Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati
Giornata mondiale: ospedali e monumenti
si illuminano di arancione
Come ogni anno, il 17 settembre si celebra il World Patient Safety Day, la Giornata Mondiale della Sicurezza del Paziente, una ricorrenza promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per riflettere sull’importanza di offrire a tutti cure attente e appropriate. Il Ministero della Salute italiano l’ha recepita con l’istituzione della Giornata Nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita.
Ricordare questa occasione significa riconoscere i progressi compiuti, ma anche rafforzare la consapevolezza che la sicurezza non è mai scontata: richiede formazione continua, collaborazione tra professionisti, sistemi affidabili e un ascolto autentico dei bisogni delle persone assistite.
Quest’anno l’iniziativa è dedicata in modo specifico ai primi nove anni di vita. Il tema scelto dall’OMS per il 2025 è “cure sicure per ogni neonato e ogni bambino e bambina”, all’insegna del motto “sicurezza del paziente fin dall’inizio!”. Bambini e bambine non sono adulti in miniatura. Il loro organismo è in formazione e un singolo incidente nell’assistenza di un piccolo può comportare conseguenze durature per la sua salute e il suo sviluppo. Viceversa, cure efficaci e sicure e la prevenzione dei rischi evitabili si traducono in benefici per tutta la sua vita.
Il World Patient Safety Day si celebra in modo tangibile in tutto il mondo illuminando di arancione palazzi o monumenti. Al tributo luminoso partecipano anche i due plessi dell’Azienda Moscati, quello di Avellino e quello di Solofra.
Al di là delle manifestazioni esteriori, l’Azienda è impegnata tutto l’anno per garantire la massima sicurezza delle cure fin dalla gravidanza, con l’assistenza della futura mamma e del nascituro e in occasione del parto. L’Unità Operativa di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale prende in carico con attenzione i piccolissimi più fragili. L’Unità Operativa di Pediatria li segue poi nella crescita. La collaborazione tra i diversi reparti, la gestione attenta del flusso dei dati relativi alla salute di ogni piccolo assistito, l’aggiornamento incessante delle procedure sono il modo più concreto e autentico per celebrare, ogni giorno dell’anno, il World Patient Safety Day■



Ecco perché l’Azienda Moscati già dal 2012 ha istituito un centro di formazione di Pediatric Base Life Support (PBLS) ed Emergenze Pediatriche, attrezzato con manichini e altri materiali per esercitazioni e dimostrazioni pratiche di manovre salvavita, non solo per istruire gli operatori sanitari interni, ma anche per formare i cittadini.
Ogni anno, infatti, i pediatri dell’Azienda, in collaborazione con la Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica (Simeup), allestiscono una postazione aperta al pubblico lungo Corso Vittorio Emanuele per informare e formare mamme, papà, nonni, insegnanti e chiunque sia coinvolto nell’accudimento di bimbi e bimbe, perché sappiano cosa fare se dovesse presentarsi la necessità.
Aiutare un piccolo, ma anche un adulto, a espellere un corpo estraneo che blocca le vie respiratorie, richiede delle conoscenze che non si improvvisano. Intervenire in un’emergenza senza le giuste competenze può peggiorare la situazione. Esistono manovre specifiche da mettere in atto su un bambino che sta soffocando ma non ha ancora perso conoscenza, su quello che ha perso conoscenza, su un neonato. Idealmente, tutti gli adulti dovrebbero conoscere la Manovra di Heilmlich (o spinta addominale) ed esercitarsi a praticarla perché non si sa mai quanto potrebbe risultare utile per fare la differenza tra la vita e la morte.
Per medici e infermieri proteggere la sicurezza di bambini e bambine non vuol dire solo prendersi cura di loro dopo l’accesso al Pronto Soccorso o il ricovero, ma anche stringere un’alleanza con le famiglie e offrire loro gli strumenti per rendere più sicura la vita dei piccoli in ogni ambiente e in ogni momento della giornata ■

percorsi di protezione e tutela
per mamme e bambini
La sicurezza delle cure all’Azienda Moscati non è solo una parola, ma una realtà concreta che si costruisce giorno per giorno, implementando Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA), procedure, protocolli, istruzioni operative sulla base delle linee guida, delle raccomandazioni ministeriali e delle migliori evidenze scientifiche, oltre che attraverso la formazione continua del personale, l’attività di monitoraggio di indicatori prestabiliti e attività di auditing proattivo e reattivo. «Ogni sfida che affrontiamo – evidenzia Barbara Bonamassa, che dirige l’Unità Operativa Complessa Rischio Clinico e Qualità dell’Azienda – è un’occasione per analizzare il nostro operato, le nostre scelte, valutare il contesto organizzativo, imparare e migliorare. Fondamentale sono la collaborazione e il coordinamento tra tutti i professionisti, in particolar modo quelli impegnati nell’assistenza di bambini e bambine, protagonisti di questa Giornata Nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita».
La salute dei piccoli comincia ancor prima della loro nascita. «Ci occupiamo di loro fin dalla fase prenatale – spiega Mario Ardovino, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ostetricia e Ginecologia -. Prendiamo in carico la donna e il nascituro dall’inizio dell’attesa in un percorso strutturato negli ambulatori ecografici del primo, secondo e terzo trimestre e quelli ostetrici che seguono la gravidanza fisiologica con visite periodiche, controlli clinici e cardiotocografie. Un’attenzione particolare è rivolta alle gravidanze a rischio. Il nostro ambulatorio dedicato permette di gestire situazioni complesse, spesso legate a patologie materne, che necessitano di un approccio multidisciplinare. In questo modo le donne possono accedere in sicurezza a tutte le competenze specialistiche del nostro ospedale». La tutela della sicurezza prosegue al momento della nascita. «Le nostre sale parto – prosegue Ardovino – sono tra le più moderne d’Italia, dotate di monitoraggio continuo, anche con sistemi innovativi come il cardiotocografo wireless, che garantisce sicurezza e al tempo stesso libertà di movimento alle partorienti. A questo si affianca un modello organizzativo che assicura la presenza costante di un’équipe medica completa: due ginecologi, un anestesista dedicato e personale ostetrico altamente qualificato, con ulteriori medici reperibili per i casi di maggiore complessità».
Infine, la logistica della struttura, con la stretta connessione tra pronto soccorso ostetrico, sale parto e blocco operatorio, consente di offrire tempestività e continuità nelle cure.
Agli incontri di counseling prenatale con le coppie, quando si prevede che alla nascita il bimbo possa avere bisogni particolari di assistenza o rischi significativi per la salute, prendono parte anche gli specialisti di neonatologia. «Spieghiamo la situazione ai futuri genitori in modo estremamente dettagliato, perché la chiarezza e la completezza di informazione sono molto importanti – dice Sabino Moschella, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, reparto che accoglie i piccoli con qualsiasi problema di salute. «Solo i neonati che necessitano di un intervento chirurgico devono essere trasferiti, perché l’Azienda non ha una chirurgia pediatrica – spiega Moschella -. Ospitiamo piccoli anche fortemente prematuri, fin dalle 23-24 settimane di gestazione. Il nostro reparto è aperto 24 su 24 e 7 giorni su 7 ai genitori, che incoraggiamo a prendere in braccio i bimbi quando è possibile. Favoriamo in ogni modo l’allattamento materno. Quando un piccolo ricoverato non è in grado di attaccarsi, raccogliamo il latte della mamma per somministrarglielo. Se occorre, i genitori possono usufruire del servizio di psicologia clinica dell’Azienda».
La sicurezza è garantita attraverso continue verifiche sul campo, sia delle prestazioni del personale, sia dell’attrezzatura, per ridurre il rischio clinico nella somministrazione delle terapie. «Inoltre, facciamo controlli settimanali dell’ambiente e del materiale biologico dei bambini per la prevenzione delle infezioni ospedaliere», conclude Moschella.
Bimbe e bimbi più grandi sono ospiti del reparto di Pediatria. «Ogni giorno garantiamo a loro e alle loro famiglie un’assistenza protetta, qualificata e attenta ai bisogni clinici ed emotivi, grazie al lavoro di squadra multidisciplinare di pediatri, neonatologi, infermieri, psicologi e altre figure professionali – evidenzia Eduardo Ponticiello, che dirige sia l’Unità Operativa Complessa di Pediatria che il Dipartimento Materno Infantile -. Per monitorare costantemente la qualità dell’assistenza ai nostri pazienti, eseguiamo frequenti audit clinici. Si tratta di momenti di verifica e confronto che consentono di individuare criticità, migliorare i processi e rafforzare la cultura della sicurezza, trasformando l’analisi interna in un’occasione di crescita condivisa. La sicurezza è rafforzata anche grazie all’uso di un programma informatizzato di gestione dei farmaci, che consente di ridurre al minimo il rischio di errori terapeutici. Con la digitalizzazione di prescrizioni e tracciabilità, ogni fase viene monitorata in modo accurato, garantendo maggiore precisione, trasparenza e continuità assistenziale. Fondamentale è anche la comunicazione con le famiglie, considerate parte attiva del percorso di cura: informarle, ascoltarle e coinvolgerle è un passaggio indispensabile per costruire fiducia e migliorare la qualità dell’assistenza».
Piccole e piccoli che accedono all’Azienda attraverso il Pronto Soccorso beneficiano di un’accoglienza attenta. I neonati in condizioni di emergenza ricevono cure direttamente in Pronto Soccorso, mentre gli altri vengono indirizzati verso il reparto di Neonatologia, attraverso un percorso dedicato, insieme a un genitore che li accompagna sempre.
Anche la transizione dal Pronto Soccorso al reparto di Pediatria è curata con particolare attenzione. «Questa fase, spesso delicata – continua Ponticiello -, è stata organizzata con percorsi strutturati che assicurano passaggi rapidi, sicuri e coordinati, riducendo i tempi di attesa e favorendo una presa in carico tempestiva del piccolo paziente».
Infine, nell’Unità operativa di Pediatria, sono attive dallo scorso dicembre due postazioni di Osservazione Breve Intensiva Pediatrica, che accoglie dal Pronto Soccorso i piccoli pazienti con problemi clinici acuti ad alto grado di criticità ma a basso rischio evolutivo, oppure a bassa criticità ma con potenziale rischio evolutivo, aventi un’elevata probabilità di reversibilità con necessità di un iter diagnostico e terapeutico non differibile e/o non gestibile in altri contesti assistenziali. «Qui i piccoli possono rimanere fino a 44 ore – conclude il primario -, mentre gli specialisti valutano le loro condizioni per decidere se sia appropriato il ricovero in reparto, se sia necessario che vengano trasferirti presso l’Hub regionale di riferimento, oppure se possano essere dimessi in piena sicurezza»■


Suoni, vibrazioni e melodie: la musica che cura in culla
La melodia dolce di una ninnananna può calmare il pianto di un bambino e, in generale, la musica ha un effetto rilassante anche sugli adulti. Ma quale ritmo, quali combinazioni di frequenze, quali generi musicali sono più efficaci nel tranquillizzare un neonato che si trova in una condizione di stress o che deve affrontare una procedura dolorosa? Quali influiscono positivamente sul suo organismo?
Per rispondere a queste domande e valutare in modo rigoroso gli effetti terapeutici della musica, la Terapia Intensiva dell’Unità Operativa di Neonatologia ha avviato un progetto di ricerca con il Conservatorio Musicale Domenico Cimarosa di Avellino.
«Dapprima un ingegnere del suono ha effettuato una ricognizione nel reparto per misurare l’intensità dei rumori prodotti dai macchinari, dagli allarmi, dall’attività del personale – spiega Carmen Battiante, docente di Pedagogia e Psicologia Musicale del Conservatorio, che ha ideato ed è responsabile del progetto . Un ambiente troppo rumoroso è nocivo per la salute, soprattutto di bambini piccoli e fragili come quelli ricoverati in terapia intensiva. Abbiamo determinato così che l’intensità dei rumori prodotti dai macchinari e dal personale era effettivamente troppo elevata. Quindi è stato organizzato un corso di formazione per informare l’équipe ospedaliera della TIN a muoversi e agire più silenziosamente».
Infine, da circa quattro mesi, ha avuto inizio la fase sperimentale dello studio. «La culletta di ogni bambino è stata dotata di una cassa che diffonde musica a un volume confortevole. Il neonato è in grado di percepire le vibrazioni dei suoni sia attraverso l’udito che a livello corporeo – spiega Battiante -. Stiamo somministrando ai piccoli brani di generi diversi, per lo più di musica classica, ma anche di musica leggera dal ritmo pacato. Utilizziamo anche registrazioni delle voci delle loro mamme. Le somministrazioni hanno durata diversa: 10-15 minuti, talvolta anche di più. Offriamo loro la musica quando vengono sottoposti a procedure dolorose, in funzione consolatoria. Due ricercatrici del Conservatorio annotano l’orario, il brano, la sua durata, le circostanze, il comportamento del bambino e alcuni suoi parametri fisiologici, come il battito cardiaco e la concentrazione dell’ossigeno nel sangue. Benché lo studio e la raccolta dei dati siano ancora agli inizi, abbiamo già osservato un effetto della musica sui piccoli che è tranquillizzante e, in determinate circostanze, quasi anestetizzante, e produce un miglioramento dei loro parametri vitali».
Al termine del progetto, i risultati permetteranno di determinare in che misura la musica può giovare al benessere dei neonati e alla loro salute fisica, rendendoli più recettivi alle cure e abbreviando anche la durata del ricovero ■
I numeri delle nascite
Sono 1076 i piccoli che hanno visto la luce nel 2024 nel reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’Azienda. Dal primo gennaio del 2025 a oggi, già 725. Sono bambini e bambine particolarmente preziosi, nel contesto attuale di denatalità sia nazionale che locale.
Nel 2023, secondo i dati più recenti pubblicati dall’Istat, i parti in Italia hanno toccato un nuovo minimo storico, con una media di 6,4 nati ogni mille abitanti, in continua diminuzione rispetto agli anni precedenti.
Anche in Campania si riduce di anno in anno il numero di nuovi nati, ma rispetto alla media nazionale, quella regionale è leggermente più elevata: 7,7 ogni mille abitanti. Nel 2000 i nati nella regione erano 9,1 per mille. Tra le province campane, quella di Avellino ha il tasso di natalità più basso: 6,5 per mille, di pochissimo superiore a quello nazionale.
A contribuire a questa allarmante tendenza sono soprattutto i comuni delle aree interne, abbandonati dai giovani, potenziali genitori, che si trasferiscono altrove in cerca di migliori prospettive di lavoro. Lo conferma il fatto che nel comune di Avellino il tasso di natalità è più elevato rispetto agli altri centri della provincia, pari a 5,7 per mille ■
